FOTOGRAFIA AL FUOCO DIRETTO
a cura di Mirko Capuano
INTRODUZIONE
Come vi avevo gia anticipato nello scritto precedente, per praticare la fotografia a fuoco diretto e per proiezione, gli obiettivi della vostra cara reflex non vi serviranno a nulla, perchè il corpo macchina, equipaggiato con qualche accessorio “obbligatorio” verrà montato direttamente sul tubo ottico. Vediamo come! Preciso che alcune componenti citate di seguito possono variare leggermente da telescopio a telescopio, per cui intendo precisare che il mio telescopio è un Antares SuperSaturno 2.
ACCESSORI INDISPENSABILI
Occorrono degli accessori indispensabili per questo tipo di fotografia. Per prima cosa, armatevi di catalogo del produttore del vostro telescopio e iniziate a comperare l’indispensabile anello T-2, specifico per la vostra reflex (non esiste un T-2 universale).
L’ anello T-2, visibile chiaramente nella foto , è uno speciale, ma quantomai importante accessorio , ed è formato da una ghiera filettata da entrambi i lati. Così, ad una sua estremità ci sarà appunto l attacco a baionetta per la vostra reflex (che quindi dovrà essere privata del suo obiettivo!), mentre dal lato opposto vi è una filettatura semplice per avvitare l’ anello ad un adattatore per la fotografia al fuoco diretto, detto anche T-Ring. Anche in questo caso munitevi di catalogo per scegliere quello apposito per il vostro telescopio. Il T-Ring è visibile qui sotto:
Il T-Ring non è altro che un anello, dove da un lato c’è un’uscita a da 1.25″ (o 2″) che sarà destinata al focheggiatore, mentre dall’ altro lato c’è la filettatura per l’ anello T-2.
Per rendervi dunque pronti alla fotografia, avvitate l’ anello T-2 alla reflex, indi avvitate il T-Ring, ed infine infilate il tutto nel focheggiatore! Le foto vi indicano visivamente i procedimenti passo passo..
Passata dunque la fase del montaggio del nostro dispositivo, occorre capire bene che tipo di risultati è possibile ottenere con questo metodo, e soprattutto vediamo di capirne le “proprietà ”.
Come avete visto, la reflex è stata privata dell’ obiettivo, ma allora l’obiettivo è…il telescopio! E’ il tubo ottico stesso che farà da grande tele-obiettivo per la reflex! Questo obiettivo ha dunque una sua focale ed un suo rapporto F/. Ad esempio se ho un 900/114 , ho un tele-obiettivo da 900mm di focale e rapporto F/ = circa 8.
Il miglior pregio di questo metodo è proprio la sua luminosità , quindi estremamente adatto a pose di cielo profondo o comunque in tutte quelle situazioni cui si renda necessaria un’elevata luminosità del sistema ottico (adesso capite perchè si consigliano newton F/4 o F/5 per l’astrofotografia?). Non solo! Dato che questo è senza dubbio il sistema più luminoso, di conseguenza la focale non sarà elevata, e quindi il rischio di incorrere in mossi fotografici sarà ridotto.
La Terra ruota e come tale la sfera delle stelle fisse vediamo che si muove di conseguenza, quando in effetti, come lo dice anche il nome, è fissa (da qui appunto: moto apparente). Senza dubbio il moto apparente è il peggior nemico di chi non possiede il motore orario (come il sottoscritto), e deve fare di tutto affinchè le foto non siano mosse cercando comunque di imprimere qualcosa su carta.
Evidente dimostrazione del mosso fotografico è quando si effettua la “ben nota” posa di 4-5 ore con la reflex in postazione fissa puntata verso la polare, vediamo come le stelle siano in effetti strisce luminose. Queste sono tanto più lunghe quanto più la declinazione dell’ astro tende a 0 (si avvicina all’ equatore celeste), e direttamente proporzionale alla focale dell’ obiettivo. Potremo dunque ricavare una formula:
t_max = k / focale * cos(declinazione)
Con metodi sperimentali possiamo intuire il valore di k, ovvero 550. La nuova formula sarà dunque:
t_max(sec) = 550 / focale * cos(delta)
Vogliamo sapere dunque fino a quanti secondi posso esporre un telescopio di 900mm, con stella di declinazione 60°, senza mosso visibile. Tmax = 550 / 900 * 0,5 = 1,2 secondi. Se la declinazione fosse di > 60° ci aspetteremmo un valore maggiore, perchè più distante dall’equatore. Proviamo allora con delta = 75°. Tmax = 550 / 900 * cos(75) = 2,4 secondi. E se in quest’ultimo caso la focale fosse di 1500mm? Sicuramente Tmax sarà più piccolo , infatti: Tmax = 550 / 1500 * cos(75) = 1,4 secondi. (dunque minore di 2.4)
Sembra dunque che la nostra formula funzioni a dovere! Ve ne propongo un’altra, che consente stavolta di calcolare le dimensioni di un oggetto celeste sulla pellicola! Un oggetto risulta grande solo se ingrandito a dovere, chiaramente da un’opportuna focale. Poi, a parità di focale, un oggetto A può essere molto più grande di un oggetto B, ed ecco che nella formula devono comparire in qualche modo le dimensioni angolari dell’ oggetto. Il tutto dev’essere diviso per k, che converta i gradi in rad. k = 206265
dim = [focale * dimensioni(secondi)] / k
dim(negativo) = [focale * dimensioni(secondi)] / 206265
Questa formula consente di sapere a priori le dimensioni in mm di un oggetto sul negativo, sapendo la focale del telescopio e le dimensioni in secondi d’arco di tale oggetto. Il valore trovato andrà poi moltiplicato per k, perchè la foto finale è un ingrandimento del negativo. Sapendo che il lato maggiore di una foto è di 150mm, mentre quello di un negativo è pari a 36mm, allora k = 150/36 = 4.17 La nuova formula sarà dunque:
dim(carta) = 4.17 * [focale * dimensioni(secondi)] / 206265
Funziona? Proviamo, sempre con uno strumento di focale 900mm, a riprendere ad esempio Giove (42″) al fuoco diretto. Quanto sarà grande su carta? dim(carta) = 4.17 * [900*42] / 206265 = 0,76mm! Funziona ma…
…l’immagine ottenuta è minuscola. E non è che con altri pianeti la situazione migliori (Luna esclusa). Basta inserire nella formula le dimensioni di Venere per rendersene conto. Bisogna dunque escogitare un metodo per incrementare la focale dello strumento, e di poter dunque riprendere i pianeti con un diametro su carta un po’ più decente, argomento della prossima pagina (link in basso)
Ma intanto riassumiamo i pro ed i contro del metodo al fuoco diretto:
Pro
massima luminosità , massima semplicità ottica (quindi bassa dispersione), basso costo, possibilità di interessanti esposizioni senza moto orario (solo Luna e Sole).
Contro
Bassi ingrandimenti (a meno che non abbiate un telescopio con svariati metri di focale!) e quindi poco adatto alla fotografia planetaria!